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Bossi: "Ha vinto la casa delle libertà. Adesso il decreto sui flussi"

 

(ANSA) - ROMA, 4 GIU - "Ha vinto la Casa delle libertà. Era nei patti elettorali fare una legge che regolamentasse in qualche modo l'immigrazione": così Umberto Bossi, leader della Lega e ministro per le Riforme istituzionali, commenta a caldo il voto della Camera, che ha dato oggi il via libera al ddl Bossi-Fini sull'immigrazione.

Ai cronisti che gli fanno notare che la maggioranza si è spaccata Bossi replica: "Io non me ne sono accorto. Siete voi giornalisti che pompate" le divergenze. "Certo, non c'é un partito unico, ma una coalizione di partiti".

E' stata evitata, ha osservato Bossi in uno scambio di battute con i giornalisti, "la sanatoria, che è sempre una cosa negativa. Le sanatorie costano tanto, se nel mondo passa l'idea che questo è un Paese non tanto serio, dove chiunque può venire. Poi diventa difficile arginare la clandestinità". "Le espulsioni - ha proseguito - sono un toccasana", "fatto salvo - ha sottolineato - che Tremonti dovrà sostenere" la legge "con un flusso adeguato di soldi".

Riguardo al provvedimento che in base alle richieste dell'Udc dovrà integrare la legge per regolarizzare gli extra-comunitari attivi nell'economia sommersa, Bossi ha osservato: "La via che ragionevolmente può essere usata è il decreto flussi di Maroni, non tanto per far arrivare nuova gente, quanto per riassorbire la palude che si è creata". Si tratta di "un atto amministrativo". "In un modo o nell'altro - ha proseguito Bossi - la legge prevede che si trovi una soluzione" al problema sollevato da Bruno Tabacci (Udc), presidente della commissione attività produttive della Camera, il quale ha proposto con un emendamento (poi ritirato) la regolarizzazione degli extra-comunitari che lavorano nell'economia sommersa.

"Il problema è come risolvere la palude stagnante e pericolosa che si è creata nel Paese". "La soluzione - ha ribadito il leader della Lega - va trovata all'interno del decreto sui flussi".

"L'intuizione buona - ha poi osservato - è stata il contratto di soggiorno, cioé chi entra deve essere legato ad un posto di lavoro. E' un problema di diritti dei lavoratori, che altrimenti salterebbero. Era inevitabile che si passasse attraverso il collegamento tra posti di lavoro e immigrati che entrano".

Commentando la difficile partita all'interno della maggioranza, Bossi ha osservato che "non era una soluzione semplice rispetto al pregresso e ai pasticci che la sinistra ha combinato negli ultimi dieci anni".

(4 giugno 2002)